In ambito produttivo il libro ha storicamente rappresentato l’archetipo e il modello esemplare della replicazione industriale su larga scala, con numerose eccezioni per lo più confinate nei mercati di nicchia per amatori d’arte e collezionisti.
Il digitale da una parte ha accelerato processi di concentrazione editoriale e mediale – già in atto dagli anni ’80 – dall’altra ha inaugurato processi, almeno apparentemente, di disintermediazione come l’acquisto online, il self publishing, il social reading o il fanwriting.
Più che a una “fine del libro”, stiamo assistendo, dunque, a una metamorfosi e rifunzionalizzazione dello stesso sia come “oggetto”, sia del sistema produttivo che lo ha veicolato negli ultimi quattro secoli.
Nuove esigenze di mercato, un nuovo processo di produzione, distribuzione e consumo dei libri.
Il prodotto editoriale, oggi più che mai, può e deve potenziare le implicazioni di market development implicite nel concetto stesso di personalizzazione tornando a una dimensione produttiva su piccola o piccolissima scala, o addirittura di tipo individuale – batch one.
Ciò consentirà di rispondere efficacemente alle esigenze espresse dal mercato attuale, fino a raggiungere i desiderata del “singolo”.
Pensiamo, ad esempio, a un docente interessato a strutturare un libro di testo che contenga solo e tutti gli argomenti che intende trattare durante il percorso scolastico o universitario.
Allo stesso tempo valorizzando le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali, pensiamo alla stampa 3D che consente di plasmare oggetti sconfinanti nell’arte e nel design, il processo di personalizzazione sarà non solo di tipo contenutistico, ma anche formale.